Il frico (la cui originale denominazione in lingua friulana è fricò[1]) è un piatto a base di formaggio di varie stagionature, patate e cipolla, considerato la preparazione culinaria più tipica del Friuli, più precisamente della Carnia e della cucina friulana. A piacere si può aggiungere del guanciale avanzato. E' riconosciuto tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali Friulani e Giuliani.
Il frico morbido o frico di patate si prepara con del formaggio di diversa stagionatura, patate, burro o olio e sale, si presenta come una grossa frittata. Altre versioni prevedono l'uso della cipolla, o in alternativa mele, zucca, erbe aromatiche (Frico di Flaibano), può essere arricchito con dell'aggiunta di porro o dello speck. Entrambe le tipologie sono abitualmente servite con la polenta
C'è anche la versione più veloce con le patate già cotte a parte, ma non è il vero frico! E non ha nemmeno lo stesso sapore..
Il frico ['fri:ko] (fricò, fricco) è un prodotto culinare italiano ittico della regione Friuli-Venezia Giulia.è un piatto unico a base di formaggio "Montasio" prodotto in Friuli, riconosciuto e registrato come P.A.T. della provincia di Udine anche se è molto diffuso in tutta la regione.
Questo piatto è stato descritto per la prima volta con il nome di "Caso in patellecte" dal maestro Martino da Como, cuoco del Patriarca di Aquileia Lodovico Trevisan, nella sua opera De Arte Coquinaria verso la metà del XV secolo.
Si tratta di formaggio cotto in padella con burro o lardo. Si presenta in due versioni: friabile o morbido. Entrambi si possono servire sia come antipasto che come secondo. Sebbene oggi il frico sia visto come un piatto festivo, tradizionalmente la sua preparazione era finalizzata al recupero dei ritagli di formaggio (strissulis), sottili strisce dall'aspetto simile a mozzarella, parte in eccesso dopo la sagomatura delle forme di formaggio.
Il frico friabile o croccante è molto sottile ed è fatto di solo formaggio (generalmente "Montasio") che viene fritto in olio bollente. Facile da sagomare è ottimo per delle terrine di funghi o fonduta di Montasio. Può essere servito anche come snack.
Il frico morbido o frico di patate si prepara con del formaggio di diversa stagionatura, patate, burro o olio e sale, si presenta come una grossa frittata. Altre versioni prevedono l'uso della cipolla, o in alternativa mele, zucca, erbe aromatiche (Frico di Flaibano), può essere arricchito con dell'aggiunta di porro o dello speck. Entrambe le tipologie sono abitualmente servite con la polenta gialla.
Fino alla fine dell'Ottocento il termine in uso di questo piatto aveva l'accento sull'ultima vocale: fricò. Tra la metà Ottocento e soprattutto nel Novecento la lingua italiana ha contaminato il friulano parlato, ed essendo rare in italiano le parole con l'accento sulla tonica finale, gradualmente l'accento venne portato dalla “o” alla "i". Sebbene oggi si utilizzi diffusamente il termine frìco a indicare il noto piatto, fricò è la pronuncia friulana originaria.
Il frico è offerto in quasi tutte le sagre friulane, ma ha anche un paio di eventi dedicati: uno a Carpacco di Dignano (la cosiddetta "Sagre dal Frico"), ed uno a Flaibano (il festival "A tutto Frico..."), dove se ne prepara anche una versione tipica locale con le erbe e una piccante.
Tradizionalmente il frico croccante con la polenta fredda è il pasto tipico dei boscaioli, ideale per il lavoro duro nelle fredde montagne alpine.
Il cuoco Luca Manfè, nato ad Aviano (PN), è riuscito ad arrivare in finale nella quarta edizione di MasterChef USA e a vincere grazie a questa ricetta.
Al frico si ispira il nome di un gioco da tavolo di battaglia culturale tra le città di Udine e Trieste, chiamato appunto "FRICO"[2], le cui pedine hanno proprio la forma di frico e i cui dadi sono di color tocai e teran, due vini tipici delle due province.
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